domenica 7 dicembre 2014

Stato sovrano o Stato canaglia?

Link correlato: TELEGRAPH: AMMUTINAMENTO ALLA BCE INDEBOLISCE L’AUTORITÀ DI DRAGHI [Ambrose Evans-Pritchard]

La lettura di questo post su voci dall'estero è illuminante. Ambrose Evans-Pritchard, editorialista del Telegraph, riconosce che "ha ragione Weidmann a pensare – come pare che faccia – che la carica a testa bassa verso la mutualizzazione del debito e l’unione fiscale di fatto realizzata con mezzi monetari sia una minaccia mortale per la democrazia tedesca e per lo stato di diritto".

Benoît Cœuré
Notevole è anche l'accenno, sempre nello stesso articolo, al fatto che tre membri su sei del comitato esecutivo della BCE si sarebbero rifiutati di firmare le ultime dichiarazioni di Draghi, e che tra questi, oltre la tedesca Sabine Lautenschläger e il lussemburghese Yves Mersch, vi sia anche il francese Benoît Coeuré, ex co-presidente del Paris Club.

Si tratta di una notizia di estremo interesse che si presta a due differenti interpretazioni. La prima, che potremmo definire "classica", è quella sposata da A.E. Pritchard, secondo il quale il voto francese si spiegherebbe con la volontà dell'esecutivo di quel paese di non irritare la Germania ("un segnale che Parigi spera ancora di evitare una rottura delle relazioni con Berlino sulla gestione dell’UEM").

Ma esiste anche una lettura "complottista" dell'avvenimento, corroborata dal fatto che Benoît Coeuré, è stato co-presidente del Paris Club, che non è propriamente un'associazione di beneficenza: "Il Club di Parigi è un gruppo informale di organizzazioni finanziarie dei 19 paesi più ricchi del mondo, che procede ad una accurata rinegoziazione del debito pubblico bilaterale dei Paesi del Sud del mondo (aventi ingenti difficoltà nei pagamenti). I debitori sono spesso raccomandati dal Fondo Monetario Internazionale dopo il fallimento di altre soluzioni. [wikipedia]". E' possibile, in altri termini, che gli interessi dei capitalisti francesi e tedeschi siano più correlati di quanto siamo abituati a pensare ragionando in termini di stati-nazione, e che la votazione che ha spaccato il direttorio della BCE ne sia una testimonianza. Un eventuale default di paesi come l'Italia e la Spagna rappresenterebbe, per i grandi capitali del nord Europa, una preda ben più ghiotta dei poveri paesi del terzo mondo, tale da far passare in secondo piano la finzione degli "interessi nazionali".

Quale delle due letture è più vicina alla verità? Se lo è quella "classica", allora battersi per la riconquista della sovranità nazionale significa, più o meno, recuperare all'Italia un margine di indipendenza che altri paesi europei hanno e noi no. Al contrario, se è più vera l'ipotesi "complottista", allora battersi per la riconquista della sovranità nazionale è un passaggio, più o meno obbligato, nella lotta internazionalista alla dittatura finanziaria globale. Nel primo caso il successo della lotta farebbe dell'Italia uno Stato sovrano, nel secondo uno Stato canaglia.

Nel board della BCE, il signor Benoît Coeuré rappresenta lo Stato francese, o una frazione del grande capitale europeo?

1 commento:

  1. [cit] 'Un eventuale default di paesi come l'Italia e la Spagna rappresenterebbe, per i grandi capitali del nord Europa, una preda ben più ghiotta dei poveri paesi del terzo mondo, tale da far passare in secondo piano la finzione degli "interessi nazionali".'

    Ma, di solito, un default è un danno per il creditore (e, come ben sappiamo, il nostro debito estero è in mano ai grandi capitali del nord Europa), non capisco come il default dell'Italia possa essere una occasione ghiotta. a meno che non si indenda prima firmare contratti capestro come il Debt Redemption Found.

    In ogni caso, imho, battersi per la riconquista della sovranità nazionale significa battersi per riconquistare la nostra Democrazia, che significa anche battersi per affrancarsi da ogni oligarchia finanziaria.
    Quindi:
    Stato Canaglia per loro, Esempio da Seguire per tutti gli altri.

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