domenica 5 marzo 2017

Debito estero netto (un massacro annunciato) - di Roberto Nardella

Un ottimo e sintetico articolo dell'amico Roberto Nardella, che ripubblico correggendo qualche refuso. Gli euroti diranno che "correlation is not causation" e che ben altro è il problema. Lasciamoli dire, non è ancora il momento di discutere con gli sciocchi, anzi, non sarà mai il momento: che l'euro sia stata una tragica pagliacciata ce lo spiegheranno loro stessi, quando sarà il momento. Solo che quel momento arriverà quando saremo milioni a sapere le cose che scrive Nardella.

Debito estero netto (un massacro annunciato) - di Roberto Nardella


Negli ultimi tempi spesso abbiamo sentito parlare di possibili sanzioni da parte della U€ alla Germania per il mostruoso surplus commerciale che ha nell’area della moneta comune. Ma siamo sicuri che siano i soli?

I dati riportati sono relativi sia alla Euro-Zone che al resto del mondo ma considerando che gli scambi intra-euro sono circa il 70% del totale possiamo sicuramente farci un’idea più che precisa.

Questo studio parte dal 1996, anno in cui è cominciato il road-show della moneta comune (in pratica fu indicata una parità di cambio tra le monete che avrebbero partecipato al folle progetto –fotti il tuo vicino- €uro): uno SME più che credibile, dove la Lira per rientrare dovette rivalutare del 11% (passò contro il marco tedesco da £1108 a £987) con indubbi esiti negativi sulle esportazioni che nonostante tutto fecero segnare un mostruoso +$60 miliardi di saldo commerciale.

Partiamo con le prime 4 economie dalla moneta comune: Germania, Francia, Italia e Spagna. In seguito vedremo anche l’esito per aree comuni esportatori netti VS importatori netti, creditori VS debitori.

BILANCE COMMERCIALI 1996-2012 (miliardi di Dollari)

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Germania………...18724…………...16752…......…...+1972
Francia……… ……9033………….....9207……....…....-174
Italia…………...…..7471………...…..7345……....…...+126
Spagna…………….4691………...…..5198…….....……-507

Da questo semplice raffronto capiamo subito chi è il VERO (e quasi unico) beneficiario dell’euro: la Germania, con il suo surplus mostruoso pari a $1972 miliardi che non è troppo al di sotto a quello cinese dello stesso periodo

La Francia che si era sempre difesa bene è rimasta positiva sino al 2004: da allora in poi ha accumulato ben 384 miliardi di passivo e tuttora sta accumulando altri importanti minus commerciali.

L’Italia, da sempre a forte vocazione di export, dal 2005 al 2011 ha avuto sempre un saldo negativo e ha accumulato un passivo complessivo di periodo pari a $124 miliardi, ritornando ad avere un saldo positivo solo a partire dal 2012, anno in cui la “cura Monti” ha ammazzato la domanda interna e il credit-crunch (innescato da insoluti superiori al 25%) ha cominciato a far vedere i suoi effetti nefasti. Nonostante quegli anni, il Paese, per quello che aveva fatto in precedenza mantiene un saldo più che positivo e il 2013 e il 2014 hanno confermato questa tendenza.

La Spagna, indicata da molti, ieri come oggi, come l’esempio da seguire, è tornata ad avere nel 2012 una bil comm in positivo ma sia nel 2013 che nel 2014 è tornata alle vecchie abitudini. In 17 anni sono riusciti ad avere una media annua di circa $30 mld di passivo.

Qui vediamo i saldi delle bilance commerciali della ex zona-marco.

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Germania………...18724…………….16752……...+1972
Olanda……………..7288…………...…6555…….....+733
Belgio………………4769……………...4578……….+191
Austria……………..2570………………2403……….+167
Tot Ex marco…….33351……………..30288……...+3063.

Questi invece sono i saldi di Spagna, Portogallo e Grecia.

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Spagna…………….4691……………..5198…………-507
Portogallo…………...912 …………….1141…………-229
Grecia……………….837……………..1235…………-398
Tot S+P+G………..6440……………..7574……......-1134

Qui mettiamo a confronto le due aree.

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Tot Ex marco…….33351……………..30288……...+3063
Tot S+P+G………..6440……………….7574……....-1134

È estremamente facile capire CHI non desidera assolutamente ridurre i surplus e anzi pretende di riavere il denaro prestato o incagliato, tutto, subito e possibilmente non svalutato.

Stiamo parlando del confronto tra una zona granitica e le cenerentole d’Europa che MAI avrebbero dovuto mettersi in competizione con esse.
È come vedere un match tra Cassius Clay e un peso mosca: un MASSACRO ANNUNCIATO.

Nel periodo che va dal 1971 al 1996 la ex zona marco (l’unica area valutaria ottimale d’Europa) accumulava un’inflazione poco superiore al +100%, la Spagna metteva a segno un +276%, il Portogallo un +400% e la Grecia un +414% (l’Italia +266%). Sino all’epoca le monete erano libere di fluttuare e l’inflazione veniva scaricata sul cambio: in quei 27 anni la peseta spagnola svalutò contro il marco del 366%, l’escudo portoghese del 1276% e la dracma greca del 1954% (la Lira del 504%).
Dopo che si abolì la legge Glass-Steagall (venne instaurata successivamente al crollo del 1929 da Roosevelt: essa divise le banche in commerciali e finanziarie) ingenti capitali affluirono nei Paesi più deboli in cerca di tassi d’interesse più vantaggiosi con la garanzia del cambio fisso (state tranquilli che nessun tedesco, olandese o austriaco avrebbe mai prestato denaro a greci, portoghesi, spagnoli ed italiani se si dovevano assumere il rischio di cambio determinato dalla relativa inflazione che su di esso si scaricava).

In pratica, nell’intera Europa, si è messo a punto un GIGANTESCO “Ciclo di Frenkel” che ha un unico prenditutto: la Germania e i suoi satelliti. Non il popolo tedesco che resta ancora oggi tra i più massacrati d’Europa, ma la loro grande industria. I lavoratori tedeschi, e soprattutto i pensionati minimi, dal 2000 ad oggi hanno visto contrarsi sempre più il proprio potere d’acquisto (in questi 14 anni salari e pensioni sono cresciuti mediamente del 7% mentre l’inflazione è salita del +15%) e di quei quasi $2000 miliardi di surplus commerciale derivante dalla loro fatica ben pochi lavoratori hanno avuto riconoscimenti tangibili (non crederete davvero che tutti lavorino per WV, Mercedes, Audi e BMW?). La disoccupazione tedesca è FORTEMENTE camuffata: il 30% dei lavoratori è sotto “Hartz IV”, a 450 euro al mese, cioè dei “sottoccupati” sine die. Se questi lavoratori fossero contati 1 ogni 3 (450x3=1350, cioè un salario di mera sopravvivenza), la disoccupazione reale sarebbe al 17% ca. Le “irrimandabili riforme” che la trojka pretende sono atte a portare in tutto il vecchio continente l’applicazione del modello tedesco.
Il job-act appena approvato dal nostro scellerato governo è il primo tassello per l’Italia.

Un passivo di bilancia commerciale è SEMPRE un DEBITO ESTERO NETTO: le peggiori guerre si sono scatenate a causa di esso.
Quanti decenni pensate che ci possano volere alla Grecia per restituire $400 miliardi di debito estero netto? E alla Spagna che ne ha 500? E al Portogallo che ne conta quasi 300?

Grazie al vincolo fisso €uro sono stati prestati soldi a chi non sarà MAI nelle CONDIZIONI di poterli RESTITUIRE.
Adesso si chiede agli Stati di farlo per i propri “incoscienti” cittadini che sono andati in quei “noti istituti di beneficenza” chiamate banche a farsi prestare il FUTURO che certamente NON AVREBBERO MAI POTUTO AVERE e tanto meno restituire.

Gli Stati hanno avuto colpe IMMENSE: NON HANNO VIGILATO sul proprio popolo così come farebbe qualsiasi genitore che vuol bene al proprio figlio. Dal momento stesso che sono state accettate le regole del “liberomercato” imposte dall’alto dalla U€, un’associazione di dubbia moralità costituita da un’oligarchia di non eletti ed auto-referenziati personaggi sponsorizzati dalla finanza apolide e dalla grande industria multinazionale, gli Stati hanno CESSATO per SEMPRE di essere entità giuridiche rappresentanti il Popolo.

Stiamo ritornando al 1800: lavorare 15 ore al giorno per poter mettere a stento un piatto in tavola.

Se non fossi così sicuro che si tratta di una tragedia reale penserei ad una farsa di fantasia.

Ora una doverosa panoramica sugli altri “BIG”

Gli altri esportatori netti

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Giappone ……….10549………………9911………..+638
Cina……………...15190……………..13003………+2187

Con i loro “specchi”: gli altri importatori netti

Paese ……………export tot……….import tot………saldo
Gran Bretagna……9571…………….10237………...-666
Stati Uniti……...…23141…………….30981……….-7870

Questo raffronto è quanto mai importante per capire a cosa serve una moneta “forte”, soprattutto se essa deriva da una posizione predominante finanziaria o militare, o, se più vi garba, sia dall’una che dall’altra.

Il Giappone ha inanellato serie positive di saldi commerciali dal lontano 1981 sino al 2010, mettendo a segno la più lunga serie di saldi positivi al mondo: ben 29 anni col segno “+”.
Nel 2011 e 2012 ha interrotto la serie importando ben $172 miliardi in più di quanto esportato. Lo Yen molto forte invogliava i giapponesi ad importare: oltre che per favorire l’export una moneta relativamente debole serve anche a limitare le importazioni e pure per questa ragione il premier S. Habe ha preso la decisione di svalutare la moneta nipponica.

La Cina nel 1970 esportava per $2,4 mld ed importava per 2,5; nel 1980 esportava per 32 ed importava per 33; nel 1990 esportò 63 ed importò 52; dal 1994 ha un surplus ininterrotto e nel 2000 realizzava 280 di export e 251 di import; nel 2010 rispettivamente 1743 di export e 1520 di import; nel 2008 realizzava il surplus più alto di sempre ($349 mld) e nel 2012 è arrivata a realizzare $2313 mld di export e 2070 di import. Dal 1996 ad oggi ha totalizzato un surplus pari a $2187 mld.

La Gran Bretagna era la terza manifattura d’Europa, poi nel 1979 arrivò la “lady di ferro” che cominciò a far smantellare le industrie, dando l’avvio alle delocalizzazioni in estremo oriente (Cina in primis) trasformando l’Inghilterra in industria finanziaria ma lasciando immense sacche di povertà ancora pienamente visibili. Come ben sappiamo si tennero stretta la loro Sterlina, che a suo tempo avevano imposto oltre che con una indubbia potenza industriale anche e soprattutto con l’ausilio delle armi e dello sfruttamento coloniale. Dal 1986 sono pressoché importatori netti (escludendo solo 1994-5-6-7 dove totalizzarono un surplus di appena $23 mld complessivi): dal 1996 hanno importato $666 di merce in più di quanta ne hanno venduta.

E infine gli USA. Gli IMPORTATORI ASSOLUTI.

Non è la prima volta che lo faccio notare ma queste cifre sono INCREDIBILI: dal 1/1/1970 sino al 31/12/2012 hanno importato $9217 miliardi di merce in più di quante ne hanno esportato, mettendo a segno la più lunga serie di import in assoluto: dal 1976 ad oggi (compreso 2013 e 14) hanno un saldo negativo pari a circa $10135 miliardi!!!!! Ovvero in 38 anni hanno importato mediamente 267 miliardi in più di quanto esportato: questa è la vera potenza del dollaro e del perché hanno da sempre difeso questo IMMENSO PRIVILEGIO con le armi.

Cero che se andassimo a dare un’occhiata alle percentuali rispetto al PIL rimarremmo non meno sorpresi:

- nel 2007, anno record per export della Germania (+233 mld di saldo commerciale), il surplus è valso il 7% dell’intero PIL;
- nel 2008, anno record dell’export cinese (+349 mld), il surplus è valso il 6,5% del PIL;

i lavoratori tedeschi e cinesi in che modo hanno partecipato ai mostruosi dividendi aziendali di quegli anni?

Nel 2012, i $547 miliardi che gli USA hanno importato in più di quanto esportato corrispondono al 3.4% del PIL; per la Francia sono il 2,2% e per la Gran Bretagna anche; per l’Italia appena 1,7% nel 2010 (l’anno peggiore nel saldo commerciale: -40 mld).
Ma nel 2008 per la Grecia erano il 16,5%, per il Portogallo quasi l’8% e per la Spagna il 5,8%.

CHI ha permesso loro di contrarre DEBITI di tali entità?
E vi assicuro che la loro alta disoccupazione, per tutti abbondantemente al di sopra del 25%, dipende direttamente dai saldi della bilancia commerciale: se non produci quasi nulla come puoi pensare che importando quasi tutto potrai mai far abbassare la disoccupazione e il debito, cercando allo stesso tempo una crescita sostenibile?

Il PIL inganna parecchio: esso rappresenta tutti gli scambi e i servizi ma se siano poi realizzati in Patria o meno è tutt’altra cosa: le importazioni sono PIL, indifferentemente se sono composti da bigiotteria, auto di lusso, telefonini, saponi, abiti o attrezzature agricole o industriali. Il PIL è il numeratore degli scambi: più ne fai e più cresce, e sarebbe l’ora di rivedere il concetto di “crescita economica”, aggiungendoci magari anche quella sociale.

Dalla risoluzione di quel debito privato dipenderà il futuro dell’Europa: ricordo che Hitler salì al potere quando la disoccupazione tedesca arrivò al 30%.
Quanto manca?

Greci, portoghesi e spagnoli saranno dannati per l’eternità e domani stesso dovrebbero fare la rivoluzione costringendo i governanti a scappare in elicottero come accadde in Argentina nel 2002.

Laddove non riusciranno a venir fuori da questa situazione (e non vedo come ci potranno riuscire per vie convenzionali) con i vari Syriza e Podemos, in breve tempo i movimenti nazisti ultranazionalisti xenofobi prenderanno il potere e sarà guerra civile.

La crescita fittizia che stiamo vedendo in Spagna dipende ESCLUSIVAMENTE dalla forte spesa a deficit che la trojka ha permesso al governo: pari a quasi il 6% del PIL nel 2014. Anche la Francia ancora non collassa del tutto per lo stesso identico motivo: a Bruxelles sanno benissimo che in Spagna e/o in Francia potrebbe esplodere la bomba.

Roberto Nardella

2 commenti:

  1. alla luce di questi dati io mi chiedo come si possa continuare a dire che l'italia non può farcela nel mondo da sola.
    nonostante le numerose regole studiate apposta per azzoparci, abbiamo il 3% di surplus commerciale. con una moneta sopravvalutata.
    la fuga di capitali c'è solo ed esclusivamente in quanto paese membro della UE.
    perchè saremmo un paese debole? come può un paese che nonostante tutto ha un deficit del 2% nonostante tutte le condizioni penalizzati cui è sottoposto...come può un paese del genere, liberatosi dai "lacci e lacciuoli" della UE, non essere in grado di stare in piedi con le proprie gambe?
    quale sarebbe il problema?

    alla luce di questi numeri mi viene da credere che, applicando un controllo di capitali per impedire movimenti speculativi, la lira non dovrebbe neanche svalutare.
    Quale paese in surplus vede la propria moneta svalutata automaticamente?

    di cosa parlano dunque i terroristi? qualcosa mi sfuggirà....

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    1. I terroristi attingono dalla rinomata scuola di pensiero politico "Al bar dello sport" o "F.S.- Viaggio in seconda classe Bari-Torino" (quest'ultima esistita finché sono esistiti i vagoni a scompartimenti, ormai un lontano ricordo).

      I pilastri teoretici di quel pensiero accademico sono contenuti in enunciati come: "Non c'è niente da fare amico mio (o signora mia): noi italiani non siamo un popolo degno di questo nome, non abbiamo senso civico, non siamo capaci di darci un'organizzazione in niente e, quindi, possiamo essere governati solo da un dittatore con il pugno di ferro".

      Non avverti l'eco di questa disgustosa e ipocrita tiritera nel messaggio eurista? (Ipocrita perchè chi indugia i simili ragionamenti spesso appartiene a pienissismo titolo a quella categoria di persone che secondo lui costituiscono il popolo italiano nella sua interezza).

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