giovedì 16 novembre 2017

Il sovranismo è amor patrio, non un calesse (e CPI non è sovranista)

Ha suscitato un putiferio, nel mondo dei sovranisti, il post di Marco Mori "Alla fine il prossimo anno solo Casa Pound avrà un programma decente".

«Alla fine il prossimo anno solo Casa Pound avrà un programma decente. Un programma così con un partito di estrema destra purtroppo è l'ennesima vittoria del regime. Faranno un buon risultato nel 2018 e cresceranno in futuro ma non potranno vincere. Forse li voterò. Chiunque purché fuori da euro ed UE e la destra sociale merita certamente più rispetto di quella liberale rappresentata dall'accozzaglia Lega, FdI, FI.Ma ovviamente quello che serviva era un nuovo partito che mettesse al centro la Costituzione del 48 in cui tutti i no euro dovevano confluire. Invece si sono venduti quasi tutti ai partiti storici che mai nulla cambieranno...
La storia si sta ripetendo?»

Moreno Pasquinelli ha dedicato all'improvvida esternazione un post dal titolo "MARCO MORI", stigmatizzandone la presa di posizione ma, purtroppo, anche affermando: «Aver fallito la prova elettorale ci dice che un ciclo si è chiuso, che il "campo sovranista" chiuderà i battenti. Staremo a vedere cosa esso avrà davvero concimato.»

A Moreno ho risposto con un commento icastico: "Prendo atto che per Moreno Pasquinelli il sovranismo è un calesse."

Credo che, oltre alla frustrazione per le oggettive difficoltà della battaglia sovranista, sia nel caso di Mori che di Pasquinelli giochi una non chiara comprensione del significato del termine "sovranismo". Attenzione, non sto dicendo che Mori e Pasquinelli abbiano le idee confuse, più semplicemente affermo che non hanno ben focalizzato le implicazioni del dichiararsi sovranisti. Nel caso di Mori perché prende in considerazione l'ipotesi che CasaPound possa essere definita, sia pur lontanamente, una forza politica sovranista, in quello di Moreno perché, per la sua storia personale e per tutto quello che ha sostenuto negli ultimi dieci anni almeno, dire che "il sovranismo ha chiuso i battenti" equivale a dire "cari compagni vado in pensione", cosa alla quale non credo assolutamente. Di questa seconda questione, tuttavia, preferisco per il momento confrontarmi direttamente con Pasquinelli, per cui nel seguito di questo post esporrò le mie osservazioni critiche a Marco Mori. Il quale, se ha scritto quell'intervento su FB, evidentemente immagina che CasaPound possa essere in qualche modo degna di far parte del campo sovranista. Le cose non stanno così.

CasaPound è una formazione politica abusivamente sovranista


Per una forza politica far parte del campo sovranista implica superare il vaglio di 3+1 criteri di filtro:
  1. Porre al centro dell'azione politica la difesa dell'interesse nazionale.
  2. Far proprio, senza infingimenti di alcun genere, il principio democratico sostanziale e costituzionale dell'agibilità politica alla pari per tutte le forze politiche e sociali della nazione; anche quando si avesse, per assurdo, una maggioranza del 99%.
  3. Non essere imperialista. Attenzione, non ho detto "essere anti imperialista", ho detto "non essere imperialista", che è cosa leggermente diversa.
Quanto al criterio +1, esso è il seguente: non essere una forza politica controllata da poteri esterni alla nazione.

Ora esaminiamo, alla luce dei precedenti criteri di filtro, la linea di CasaPound. Escludiamo subito il criterio +1, importantissimo ma del quale non possiamo ancora decidere per mancanza di elementi di valutazione. D'altra parte, non è neanche intelligente alimentare una cultura del sospetto: un domani si potrebbe insinuare che anche la CLN è una formazione politica eterodiretta, magari perché si è svolto un convegno al quale è stato invitato un collaboratore di Melenchon, o di Putin. Dunque considererò CasaPound una formazione politica genuinamente espressione di una parte della società italiana, salvo diversa valutazione ove e quando emergessero indizi e/o prove ben più sostanziose della partecipazione a un convegno di Tizio o Caio. Mi limito, per l'occasione, a ricordare un mio profondo convincimento: se c'è in Italia un movimento eterodiretto, questo è il M5S. Perdonatemi, ma la vedo così.

Dobbiamo anche liberarci dal pregiudizio di pensare che CasaPound dichiari il falso, ovvero che persegua scopi nascosti e diversi, se non opposti, a quelli espliciti. Non perché tale sospetto non sia lecito, io per esempio ce l'ho, ma in politica dobbiamo stare alle enunciazioni formali. CasaPound dichiara di perseguire l'interesse nazionale, è vero o no? Credo che in merito non ci siano dubbi: CasaPound dichiara di perseguire l'interesse nazionale. Dunque CasaPound, almeno sul piano delle enunciazioni formali - quelle che voglio limitarmi ad esaminare - supera il primo criterio. E vai!

Passiamo al secondo criterio: CasaPound è democratica? Loro dicono di sì, ma..................... ........................ ............................. ........................... dicono anche di essere fascisti, sia pur limitatamente fino al fascismo del 1938. E questa è una contraddizione bella grossa, perché nel 1938 il fascismo aveva fatto strame, e da un bel po', della pur limitata democrazia liberale!

Il terzo criterio: non essere imperialisti. Ma nel 1938 esisteva già l'Impero d'Italia, voluto dal fascismo.

In conclusione, pur stando alle sole dichiarazioni ufficiali, CasaPound fallisce con assoluta certezza 2/3 dei criteri di base necessari e indispensabili per essere considerata una formazione politica sovranista; sul criterio +1 la situazione essendo, al momento, ancora indecidibile (mentre lo è, repetita iuvant, per il M5S)!

Caro Marco Mori, pensi ancora di poter mai votare per CasaPound anche se non ci fosse alle prossime elezioni nemmeno una, dicasi una, lista veramente e legittimamente sovranista? Non vorrei importunarti, ma una tua risposta mi farebbe veramente piacere. Te ne suggerisco una: è stato un momento di frustrazione. E mi starebbe bene perché anch'io, certe volte, sbrocco.

Le uniche e sole formazioni sovraniste che io conosco sono oggi il Fronte Sovranista Italiano e la CLN, di cui faccio parte. Tutto il resto è ancora in formazione oppure, vedi CasaPound, non ha nulla di nulla di nulla a che vedere con il sovranismo.

Così è deciso e stabilito, la seduta è tolta.

4 commenti:

  1. Caro Fiorenzo,
    debbo essermi spiegato male, quindi devo precisare, anche qui, quel che penso.

    «Non ho affatto affermato che il "sovranismo è un calesse".
    Ho scritto, mettiamola così, che i sovranisti realmente esistenti, si sono dimostrati fetecchie, ove lo spirito di parrocchia si è dimostrato inversamente proporzionale alla loro intelligenza politica. Nel VADEMECUM< sulle elezioni di P101 abbiamo precisato quali fossero le condizioni per correre alle elezioni. 348 candidati totali, un totale nazionale di firme compreso tra 57.750 e 66.000. Sarebbe stato possibile a condizione che si fossero messi in moto, a spanne, duemila attivisti. E per metterli in moto, una delle condizioni, secondo noi, era appunto che dal campo sovranista fosse giunto il segnale dell'unità. Forse sbaglio, ma continuo a pensare che se questo segnale fosse giunto, ciò avrebbe costituito un fattore grande di galvanizzazione per migliaia di sovranisti "cani sciolti" che stanno alla finestra, che non militano nei diversi gruppi. Attivarli, questo penso, era una condizione imprescindibile per costruire una lista che riuscisse a coprire tutto il territorio nazionale.
    La C.L.N., sin da giugno, con la proposta di ITALIA RIBELLE E SOVRANA, questo ha tentato di fare.
    Ed è stato giusto farlo».

    Moreno Pasquinelli

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  2. Guardi Fraioli, le definizioni (nella fattispecie sul significato di sovranismo) oltre che enunziate andrebbero anche esplicate e giustificate. Che garantismo liberale e non-imperialismo siano parti integranti e irrinunciabili del suo sovranismo (tacitamente) di sinistra (lo stesso delle formazioni in cui milita), è cosa che riguarda le sue personali preferenze ideologiche. Che debbano essere parte integrante del sovranismo tout court, è affermazione perfettamente arbitraria e inesplicata.

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    1. Vuole che mi spieghi? E allora... spiegone!

      Vede, sulla questione il sottoscritto non è uno de passaggio, avendo fatto parte del ristretto gruppo di persone che, nella primavera del 2012, si posero il problema di trovare un termine, atto ad indicare le loro posizioni politiche, che non fosse "nazionalismo". Attenzione! UN TERMINE, non una frase, avevamo bisogno di UN TERMINE.

      La scelta cadde sulla parola "sovranismo", i cui contenuti politici di massima furono, ovviamente, quelli che noi gli demmo, visto che si trattava di un quasi neologismo. Solo in Sardegna, e per un breve periodo di tempo, un piccolo gruppo (tra l'altro indipendentista) aveva usato questa parola, per poi abbandonarla. Noi la raccogliemmo da terra e cominciammo ad usarla. Ora capisco che oggi molti usano la parola "sovranismo" dando ad essa altri e/o diversi significati, ma vede, questo blog non è frequentato da gente de passaggio, ma solo da lettori che sanno cosa si intende da queste parti per "sovranismo". Qui si è sovranisti della seconda ora, quelli della prima ora essendo i Padri costituenti (ad eccezione di Einaudi).

      Poi arriva uno de passaggio come lei e mi dice che io starei assegnando arbitrariamente dei significati. E' ovvio che, in pubblico, direi "il sovranismo, PER ME, è", ma siccome sono a casa mia, qui mi risparmio di aggiungere il "PER ME". I sovranisti con cui parlo io, di pirsona pirsonalmente, sono della mia stessa opinione, che è l'abc dell'idea (per altro già esistente in quanto inscritta nella Costituzione del 1948) che volevamo promuovere.

      Certo, qualcuno sostiene che dovremmo specificare "sovranisti costituzionali" e magari aggiungere anche "democratici". Uno dei significati del post è che queste aggiunte, tra persone che amano capire e non sono interessate alla propaganda (appunto quelle che frequentano questo blog), sono superflue.

      Un cordiale saluto.

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    2. Bè… mi consenta qualche puntualizzazione.

      Se il termine sovranismo viene qui utilizzato in un’accezione specifica perché familiare a e condivisa da i lettori del blog, non ho alcunché da obiettare.

      Manifesto qualche perplessità all’idea che il termine l’abbiate effettivamente coniato voi nel 2012, dato che è diffuso in tutte le principali lingue europee e presente nel dibattito politico dei rispettivi Paesi. Noto che la Wiki tedesca lo cita come operante in Germania già nel 2001 (https://de.wikipedia.org/wiki/Souveränismus).

      Osservo ulteriormente – la semantica in politica non essendo mai neutrale, anzi il fiat della lingua essendo vagina di popoli – che il vostro uso circoscritto del concetto, senza essere proclamato come tale, aspira a trasformare il sottoinsieme in insieme veicolando l’idea che la sovranità nazionale possa/debba essere ripristinata soltanto entro i parametri ideologici a voi graditi. Intendiamoci, non ve lo rimprovero: la chiarezza concettuale è nemica mortale di ogni umana associazione e se volete fare politica, e politica di massa, dunque creare miti aggregativi, dovete procedere in codesta direzione.

      Rilevo infine che definire sovranisti i padri costituenti è alquanto ridicolo, trattandosi di politici operanti nel contesto di un Paese occupato militarmente. I costituenti si limitarono a ratificare gli equilibri di forza esistenti fra le Potenze vincitrici.

      Cordiali saluti e congratulazioni per il buon livello del blog.

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