sabato 18 novembre 2017

Le cavallette del terzo millennio

Per gli idioti del "lavoro scarso a causa della tecnologia"



I grafici sono tratti da qui, dove potete trovare anche una spiegazione aritmetico-eidetica del perché e del perquando usare una scala lineare o una scala logaritmica. Discussione interessante ma della quale, in questa sede, me ne impippolo. Perché il problema che voglio affrontare è quello degli starnazzatori del lavoro che sparirà per colpa dei robot, gentucola che non merita nemmeno uno sputo di compassione.

Vi faccio notare una cosa: dal 1900 al 1977 la produttività è aumentata di sette volte in termini di valori indice non logaritmici, passando da 100 a 700 (aumento del 600%). Dal 1977 al 2010 è passata da 700 a 1600 (aumento del 128%). Certo, il periodo temporale è inferiore (33 anni contro 77) ma credo si possa arguire che, in realtà, il suo tasso di incremento è sostanzialmente costante. A riprova, confrontate il suo valore nel 1900 (pari a 100) con quello del 1955 (400): quadruplicato. Poi confrontate il suo valore nel 1955 (pari a 400) con quello del 2010 (1600): quadruplicato.

La produttività è quadruplicata nei 55 anni dal 1900 al 1955, ma non ha portato alla disoccupazione tecnologica di massa, come pure la quadruplizzazione (se po' di'? boh!) dei successivi 55 anni. Ora possono spiegarmi, gli idioti di Industria 4.0, perché un'ulteriore sua quadruplicazione nei prossimi 55 anni dovrebbe, invece, produrre la disoccupazione tecnologica di massa?

Ah già, non c'è solo il fenomeno di un aumento della produttività, ma anche il fatto che il suo tasso di crescita non sarebbe costante, e starebbe invece aumentando. Ma, oops, se guardiamo il grafico logaritmico questa cosa non si vede affatto: la crescita della produttività segue, mogia mogia, un andamento lineare. Cosa questo significhi, per gli inesperti, lo potete trovare nel post di Illo. Io queste cose le insegno a scuola e non ho voglia di annoiarmi ripetendole sul mio blog. In breve: il tasso di crescita della produttività è sostanzialmente costante da almeno 110 anni, compresi gli ultimi 30, che poi sarebbero quelli della rivoluzzzione digggitale.

Ora, siccome gli spin doctors della comunicazzzione mainstream sanno (oppure, se non lo sanno, c'è chi pensa per loro) che questa bufala dell'aumento incontrollato a tasso crescente della produttività non potrà essere sostenuta a lungo, ecco che altri, sottobanco, stanno già lavorando alla bufala complementare: la crescita demografica. Ekkekazzo, se tutti consumassero come i "fortunati" abitanti del mondo sviluppato, ci vorrebbero 44 terre! Sono i neo malthusiani.

E allora vai con le trasmissioni sul mare di plastica, vai con le immagini dell'aria inquinata di Pechino, vai con l'effetto serra, vai con i documentari a velocità accelerata del traffico di containers... e infatti:


E' il Baltic Dry Index, il più noto indice sul traffico marittimo mondiale. Oggi, che c'è la ripreeeeesa mondiale, siamo a un terzo dei valori di 7 anni fa.

Ma poi, scusate, per quale maledetta ragione una quadruplicazione della produttività (ma anche di più, se volete) nei prossimi 55 anni dovrebbe avere, come esito inevitabile, una quadruplicazione (o più) sia della produzione che dell'inquinamento? Non si potrebbero quadruplicare, che so, i diritti dei lavoratori? Ma stanno forse aumentando i diritti, e i salari, dei lavoratori mentre la produttività aumenta? Non mi sembra. Certo, se guardiamo ai dati mondiali la produzione aumenta, e ovviamente anche l'inquinamento, ma la produzione di cosa? Per chi? Non è che, per caso, siamo davanti al fatto che si produce sì di più, ma per una frazione sempre minoritaria della popolazione mondiale, mentre alla maggioranza si devolvono salari sempre più bassi e gli si scarica addosso anche l'inquinamento?

La soluzione al problema? Ce lo dicono i grillini, queste cavallette del terzo millennio che propongono il reddito di cittadinanza. Il quale, ve lo dico fuori dai denti, altro non è che il reddito di sussistenza necessario ad assicurare la riproduzione dell'esercito di riserva dei consumatori, necessario per ora, ma non si sa per quanto, per sostenere le economie di scala che rendono conveniente la robotizzazione di Industria 4.0.

Vi chiederete se non stia impazzendo, se non stia diventando un complottista anch'io. No, non sono un complottista, ma solo una persona sufficientemente empatica da riuscire a cogliere il grido di dolore delle classi dominanti, che è sempre lo stesso dalla notte dei tempi:

Signora mia, non c'è più la servitù di una volta!

Come rimanere insensibili? Cosa credono i cafoni, che le nanotecnologie siano state sviluppate per il loro benessere? Pare (manca purtroppo la prova video) che Jaques Attali (uno dei padri nobili dell'euro - daje a ride) abbia affermato una volta: “Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. Non v'è certezza che l'abbia detto, ma che abbia affermato che:
  1. Il primo keynesiano è stato Mussolini, il secondo Hitler, Roosevelt solo il terzo
  2. Serve un nuovo ordine mondiale
  3. L'Africa non ha una crisi perché non ha un sistema finanziario
  4. O abbiamo un governo mondiale, o avremo una Somalia planetaria
  5. Il "mercato" non funziona senza lo Stato, perché senza lo Stato la proprietà privata non è difesa (quindi serve uno Stato mondiale? n.d.r.)
ebbene, di questo c'è la prova!


Era il 2009, e questa è la gente che ha creato e governa l'UE. E quindi, per uscirne, serve il reddito di cittadinanza proposto dalle cavallette del terzo millennio, quelle che ci dicono che il problema è la casta, la cricca, la corruzione. Ma io, l'avrete capito, sono solo un gombloddisda di Gasdro dei Volsgi. Quindi non datemi retta e votate per le cavallette del terzo millennio.

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