lunedì 14 aprile 2014

Euro - come aiutare le persone a capire

La mappa mondiale dell’intelligenza dei popoli
Il dibattito sull'euro si intensifica. Sempre più spesso mi capita di essere coinvolto in discussioni su questo tema, spesso da persone che qualche anno fa mi davano del matto. Poiché ho ormai un po' di esperienza, in questo post vorrei offrire alcuni suggerimenti su come comportarsi in queste occasioni.

Fase 1: ascoltare

Spesso chi vi farà delle domande ha, prima di tutto, voglia di parlare. Lasciatelo sfogare, non affrontatelo sulla prima sciocchezza che dice, ma annotatele tutte. Limitatevi a fare cenni di dissenso, siate amichevoli e bonari. Interrompetelo, al massimo, per dire cose del tipo "mah", "beh... insomma", "mica tanto".

Fase 2: coinvolgimento

Quando la sfuriata iniziale si è esaurita e lui vi guarda come a sollecitare un vostro intervento, non partite MAI con una confutazione totale di quello che ha detto. La tecnica che preferisco è quella di fargli una breve domanda, e poi lasciarlo parlare ancora.

Fase 3: prima obiezione

La scelta della prima obiezione è fondamentale. Se il vostro interlocutore è ossessionato dalla corruzione (probabilità 99%) potete domandargli come spiega il fatto che questa sia emersa, contemporaneamente, in tanti paesi diversi e lontani geograficamente, di alcuni dei quali si parlava in termini entusiastici (es. Irlanda, la tigre celtica, e la Spagna di Zapatero). Se, per esempio, ha la fissa del debito pubblico, fategli notare che, mentre la Germania non rispettava i parametri di deficit e rapporto debito/PIL, sia la Spagna che l'Irlanda, fino all'esplosione della crisi, lo avevano sempre fatto, e anche l'Italia. E' probabile che l'interlocutore tenti di cambiare discorso, ma voi non demordete. Senza essere aggressivi, ma con decisione, fategli notare che è in gioco la sua vita, e che la risposta alla vostra obiezione è importante. Se riuscirete a portarlo in un vicolo cieco, questo è il momento della prima spiegazione.

Fase 4: prima spiegazione

E' un momento delicato. La scelta del punto di attacco dipende dal livello di cultura generale dell'interlocutore. Se non è persona abituata ai numeri, evitate di parlargli di tassi di cambio. In generale questo argomento, che è efficacissimo con una minoranza di persone, spesso quelle che capiscono subito, non è adatto per la maggior parte. Il mio punto di attacco preferito consiste nel sottolineare il fatto che sei anni di nuove tasse, sacrifici, licenziamenti, interventi sulle pensioni, blocco dei salari pubblici, privatizzazioni, hanno solo peggiorato la situazione, e che c'è una spiegazione diversa dalla corruzione per questo dato di fatto. Ma anche che, per esporla, ho bisogno di tutta la sua attenzione e di calma.

Così facendo gli ho ricordato che sono sei anni che sente la stessa musichetta, con risultati sempre peggiori. Poi me lo prendo sotto braccio e me lo porto a bere un caffè, o semplicemente divago per qualche minuto. Poi, quando non se l'aspetta, torno sull'argomento. A questo punto, ma solo a questo punto, gli dico "sai, una cosa in comune tutti i paesi che sono andati in crisi ce l'avevano", e mi taccio. Lascio, cioè, che sia lui a chiedermi cosa, e quando lo fa gli dico: "indovina?". Gli lascio sparacchiare qualche fesseria e poi glielo dico: "il debito estero, sia pubblico che privato; ma soprattutto privato".

Fase 5: approfondimento

Questo è il momento di parlare. Lui deve solo ascoltare, ma sappiate che non avrete più di qualche minuto. Quindi, bando alle complicazioni tecniche e andate al sodo: "quando si esporta meno di quanto si importa, qualcuno deve metterci la differenza. La differenza ce la mettono i paesi che esportano più di quanto importano, e questi ci prestano i soldi solo se sono sicuri di riaverli, cioè se la moneta è comune, perché tu non la puoi svalutare". Lui vi dirà, probabilmente, che è giusto che i creditori riabbiano i loro soldi, e voi ribattete con un semplice concetto: "Contento tu!". E' il momento di fargli notare che chi ci ha prestato i soldi sono le banche, che quando guadagnavano evadevano il fisco ("questa è la vera corruzione", rincarate la dose), e che adesso non vogliono pagare il prezzo della loro avventatezza. 

Sì, lo so che è un discorso piuttosto semplicistico, ma i ragionamenti complicati non si possono fare al bar o in piazza. Quello che conta è insinuare il dubbio, nella mente dell'interlocutore, che chi ci governa non fa i suoi interessi, ma ne protegge altri. 

Fase 6: stimolare l'orgoglio patriottico

Ho un argomento che funziona alla grande, e lo uso senza vergogna. Chiedo: "Negli ultimi 25 secoli, qual è il paese che, secolo dopo secolo, è stato più spesso al vertice della civiltà occidentale?". La risposta è obbligata: "L'Italia! Noi siamo la Juve della storia! O il Real Madrid, se preferisci". Qui deve partire una bella filippica patriottica, e molto emotiva, sui grandi traguardi, in ogni campo, degli italiani. Perfino durante il fascismo, aggiungo, se il tipo è destrorso. L'esempio funziona anche se è sinistrorso, ma in tal caso bisogna dettagliare: "Pensa, perfino sotto il fascismo gli italiani sono sempre italiani, e hanno fatto molte cose buone! Perfino sotto un regime di... come il fascismo!!!". In ogni caso continuo: " Noi siamo un grande popolo, che quando i crucchi avevano il fango alle ginocchia noi avevamo le città più belle del mondo, e l'arte, e la musica, e il Papa... e adesso ci facciamo dare ordini da loro?". Cosa ci tocca fare per salvare la Patria!

Fase 7: l'invito

Ragazzi, vi assicuro che funziona! Molto più che a fare ragionamenti difficili sulla moneta, i tassi di cambio reali, grafici con numeri indice, differenziali di inflazione e via messa cantando. Inutile continuare troppo a lungo, però, è addirittura controproducente: alle persone non piace farsi fare la lezioncina a tu per tu. Meglio tirar fuori un volantino e invitarlo a un incontro pubblico, nel quale si discute di queste cose. Poi lo si saluta, nel modo più amichevole e sorridente possibile, e si va in cerca di un altro connazionale nella cui mente seminare il sospetto che quello che gli raccontano gli euristi è una montagna di spregevoli falsità.

Nota finale: il problema Grillo

Inevitabilmente, nel corso della discussione, salta fuori Grillo con il suo M5S. Poiché è noto che sono stato un attivista della prima ora, e che sono uscito da quella setta in tempi non sospetti, per me è facile rispondere. Tuttavia il mio consiglio, al quale mi attengo io stesso, è quello di evitare di attaccare troppo il M5S e Grillo. Sia perché la maggior parte degli attivisti non lo merita, essendo persone in assoluta buona fede e animate dalle migliori intenzioni, ma soprattutto perché, essendo le elezioni europee sostanzialmente inutili, un voto al M5S non è poi la fine del mondo. Certo, sarebbe meglio l'astensione, ma non pretendiamo troppo dalle persone, dopo decenni di bombardamento padulico da parte dei media. Il tempo è galantuomo, e gli italiani sono uno dei popoli più intelligenti del mondo. Capiranno. Anzi: stanno già capendo.

Addendum: se guardate la mappa dell'intelligenza limitatamente ai paesi europei, noterete che quelli in verde più scuro (con QI più alto) sono: Italia, Svizzera, Austria, Inghilterra, Norvegia, Islanda. Di questi paesi, solo l'Austria e l'Italia hanno l'euro, ma a noi ce lo hanno rifilato con l'inganno! La Norvegia è fuori dall'euro (e ha detto "no" per due volte al referendum per l'entrata), l'Inghilterra è fuori, la Svizzera è fuori, l'Islanda è fuori. Se poi consideriamo che l'Austria è, di fatto, una provincia tedesca... è facile dedurne che, tra i popoli più intelligenti d'Europa, il solo che si è fatto fregare siamo noi italiani! Non è una vergogna? Penso sia il caso di rimediare, e prepararci a prendere a sculaccioni chi ci ha combinato questo scherzetto del menga.

Nessun commento:

Posta un commento