venerdì 3 ottobre 2014

Lo spin professor

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Devo purtroppo trasgredire al XXVIII assioma (non loqui de Illo). Ciò in ossequio a un principio di ordine superiore: ogni volta che parlerai irrispettosamente di me io ti romperò il culo.

Premessa


Scrive Bagnai sul suo blog: «E a dimostrare che tout se tient, proprio uno di questi cialtroni traditori ieri ragliava che non avevo messo la possibilità di commentare su Facebook perché "sento che sto perdendo colpi"! Eh già... Sta per uscire un mio libro col Saggiatore, mi cerca il mondo, in televisione spacco, i lettori del blog aumentano, ma sto perdendo colpi...».

Rilevo che la sua "intelligence" è stata poco accurata, poiché io non mi riferivo al fatto che sulla sua pagina FB non si possa commentare, bensì a quello in sé di aprire una pagina FB.

La "grande strategia" di Bagnai


Dai comportamenti e dalle parole del prof. Bagnai, sia nel post segnalato che in molti altri, emerge, a mio avviso, una strategia molto chiara. Egli si appresta a dare alle stampe il suo secondo libro, e successivamente a promuoverlo attraverso interviste sui media, sia televisivi che cartacei. Coerentemente con quanto va ripetendo da anni, Bagnai asserisce di essere unicamente interessato alla divulgazione della razionalità economica e della verità sui dati. Contemporaneamente attacca furiosamente tutti coloro che si sforzano di far rinascere la partecipazione politica dal basso accusandoli, udite udite, di voler fare "er partito", come se un tale obiettivo fosse sinonimo di insulsaggine. Non pago di ciò, il vate "pescarese" sostiene che la reale e sola motivazione di quelli che egli definisce cialtroni e movimentisti sia l'intenzione, a suo dire anche ridicola, di prendere un ascensore sociale, sfruttando l'attuale congiuntura politica ed economica nonché la dabbenaggine di coloro ai quali essi si rivolgono.

Simmetricamente, il Bagnai descrive sé stesso come persona del tutto priva di ambizioni che si spende per il bene del suo paese al costo di gravi sacrifici personali e di carriera accademica. Ribadisce spesso che non vuole fare "er partito" ma, curiosamente, aggiunge "non ora".

Sostiene di avere una folla di 3000 followers e, in virtù di codesto numero, di essere il più titolato a parlare, anzi l'unico, poiché coloro che egli ha identificato come suoi nemici, e tratta come tali, possono esibire, a suo dire, numeri molto più modesti. Insomma: il followerame di Bagnai è il più grosso di tutti!

Occorre chiarire, per amore di verità, che buona parte del followerame in questione è composto da persone che appartengono all'odiata schiera di quelli che vogliono fare "er partito", e tra costoro c'ero, fino a questa mattina, anch'io. Una semplice comodità per avere memorizzati, sulla mia posta elettronica, tutti i suoi post. Questa mattina mi sono cancellato e penso che, se lo facessero tutti quelli che vorrebbero fare "er partito", il followerame si restringerebbe non poco.

Il fatto è che la voglia di fare "er partito" alligna tra i followers di Bagnai, ed egli è costretto sovente a strigliarli. Ciò non ha impedito, e non impedirà, una lenta emorragia di soggetti che, pur rimanendo iscritti, e quindi conteggiati come followers, di fatto sono ormai militanti nelle numerose organizzazioni politiche sorte dal basso come funghi. Con sommo dispetto del nostro, che appare sempre più irritato da questa circostanza.

Dobbiamo tuttavia interrogarci sulla strategia di Bagnai. Nulla impedisce ai poveri di spirito (dei quali, si sa, è il regno dei cieli) di prestar fede alle dichiarazioni di disinteresse di Bagnai. Noi brutti sporchi e cattivi, però, non crediamo più alle favole, figuriamoci alla bontà innata di Bagnai!

Bagnai "spin professor"


Ritengo che Bagnai manterrà fede al suo impegno di non fare "er partito" perché saranno altri a farlo. Ad essi Bagnai fornirà supporto, indirizzando il consenso, anche elettorale, delle vaste platee mediatiche che gli verranno offerte dopo l'uscita del suo secondo libro. Ed è proprio questa prospettiva tattica che rende necessaria l'eradicazione, innanzi tutto all'interno del suo followerame, di tutti coloro che aspirano a diventare protagonisti in prima persona del processo democratico.

Come è facilmente intuibile, si tratta di un obiettivo assolutamente funzionale agli interessi profondi delle classi dirigenti, le quali temono oltre ogni misura proprio l'irrompere della partecipazione popolare nel meccanismo del consenso elettorale. A differenza di Paolo Barnard, che di questa manipolazione è stato, a mio parere, strumento inconsapevole, ma similmente a Grillo&Casaleggio che al contrario ne sono sempre stati edotti, anche Bagnai intende prestarsi a questa operazione. Con una differenza: il professore "pescarese" ritiene, in buona fede, di essere lui stesso parte delle classi dirigenti di questo paese!

Nessuno, dunque, può accusarlo di essere un venduto, per la semplice e lapalissiana ragione che non ci si può vendere a sé stessi. Certo, ci si può domandare se ciò che Bagnai crede di sé stesso corrisponda a verità, oppure se egli non coltivi, invece, la puerile convinzione di far parte delle classi dirigenti pur essendo, a tutti gli effetti, null'altro che "un idiot savant". Ma tutto ciò fa parte dell'analisi psicologica, che esula dall'ambito della politica.

Ai fini politici Bagnai deve essere invece considerato un pericolosissimo avversario. Abile, spregiudicato, capace di infingimenti, piagnone quanto basta per accalappiare la buona fede dei semplici, e tuttavia spietato coi suoi avversari, il "pescarese" è lo spin professor ideale per arginare, ancora una volta, la spinta dal basso della partecipazione popolare al processo democratico. Sarà usato, dalle vere classi dirigenti di questo paese, e premiato se saprà stare al suo posto, ma non sarà mai un vero leader politico. I suoi limiti psicologici, e caratteriali, lo condannano ad essere uno strumento dell'altrui volontà e, in mancanza di questa, una macchietta caricaturale. In definitiva, un idiot savant.

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