martedì 5 maggio 2015

Lettera a un dirigente scolastico

Gentile signore Preside,

chi le scrive è un insegnante di ruolo che alla scuola ha dedicato le sue migliori energie ma che, da qualche anno, si è completamente ritirato da ogni impegno che non sia di natura strettamente didattica. Negli anni passati ho proposto, e condotto a buon fine, tante iniziative, sempre in prima linea sul terreno dell'innovazione, dedicando a queste attività molto tempo ed energie in cambio di retribuzioni aggiuntive più che altro simboliche. Ma l'ho fatto con passione, mi sono anche divertito e non ho rimpianti.

Poi ho detto basta. Oggi entro in classe, insegno dal primo all'ultimo minuto (rari sono i giorni in cui, per stanchezza dovuta all'età, abbasso il ritmo) e nulla più. Ne ho girate di scuole, specialmente nei miei dieci anni di precariato prima della sospirata immissione in ruolo nell'ormai lontano 2001, per cui posso affermare di aver conosciuto diverse realtà scolastiche. Ebbene, se posso permettermi una sintesi, è questa: la scuola funziona(va) grazie all'impegno di una maggioranza relativa di docenti, tecnici di laboratorio, personale amministrativo e ausiliario, che coopera(va)no facendo molto di più di quanto nei loro doveri. Sono quelli che chiamerò "i volenterosi ed entusiasti".

Lo sa, caro signor Preside, che sempre più spesso non è più così? Sì che lei lo sa, e dunque dobbiamo partire da questo dato oggettivo: il degrado della scuola è determinato, oltre che dalla continua riduzione di risorse (noi siamo il bancomat dei governi) anche, e in modo rilevante, dalla ritirata dei volenterosi ed entusiasti. Punto. Noi volenterosi ed entusiasti sopperivamo, di gran lunga, sia alla mancanza di risorse che al disimpegno di una minoranza di pigri - che c'è, è inutile negarlo - sulla cui esistenza si è però fatto leva per una ultra decennale campagna di delegittimazione dell'istituzione scolastica nel suo complesso. Come se i furbi, in questo paese, si fossero tutti dati appuntamento nella scuola!

Siamo stati la prima categoria del pubblico impiego a subire il blocco degli scatti di anzianità, per altro sospesi proprio quando un gran numero di noi li stava raggiungendo, in ritardo, perché per dieci anni non si erano fatti i concorsi (obbligatori per legge) facendo crescere il numero dei precari, cioè di quelli che, anche dopo dieci anni di servizio, restano a stipendio base e senza ferie pagate né alcun altro diritto. Ci stavamo per arrivare, ai primi scatti, e ... ZAC! sono stati bloccati. Io faccio parte di questo categoria, ma c'è chi sta peggio. Vogliamo parlare dei percorsi di inserimento a suon di corsi di specializzazione triennali (un costo per la collettività e per quelli che li hanno seguiti a loro spese), con esami finali superati da tanti, che non hanno fruttato la sospirata immissione in ruolo come da impegni solennemente presi? Vogliamo parlare dei tanti cosiddetti precari vincitori di concorso (i concorsi sono un costo per la collettività), assunti ogni anno per sopperire alle carenze di personale ma mai immessi in ruolo? Vogliamo parlare delle aule fatiscenti? Perfino del gesso che ormai viene razionato? Vogliamo parlare dell'aumento costante dei carichi di lavoro? Dello stravolgimento delle discipline di insegnamento per cui oggi un insegnante di fisica, tanto per fare un esempio, si ritrova con nove classi? Io stesso, che cominciai la carriera con due classi, oggi ne ho ben sei! Lo sa che all'epoca molti dei miei studenti andavano all'università, e oggi li incontro che sono laureati e con buone posizioni, mentre da anni non ho più studenti che continuano gli studi? Nonostante l'Italia brilli per il bassissimo numero di laureati in percentuale sulla popolazione? E' colpa nostra, o delle innumerevoli riforme alla penis canis che tutti i governi hanno portato avanti per fare della scuola il loro bancomat, come pure per eseguire gli ordini della ERT? Lei lo sa cos'è l'ERT signor Preside? Si informi, la prego.

Cosa può fare una persona per bene, in questa situazione? Guardi, signor Preside, le persone per bene hanno fatto quello che ho fatto anch'io: hanno eletto la classe ad ultima trincea, il luogo cioè dove arroccarsi per portare avanti il nostro dovere irrinunciabile, insegnare, e hanno mandato al diavolo tutto il resto.

Lo so che non trovate più insegnanti disposti a fare quello che, io stesso, ho fatto per anni e anni, cioè attività aggiuntive non retribuite o che, al massimo, fruttavano dopo un anno di lavoro qualche centinaio di euro, con un rapporto retribuzione/tempo nell'ordine di un paio di euro! E badi bene, signor Preside, ciò non tanto perché siamo pagati una miseria, ma soprattutto perché non vi sopportiamo più.

Noi volenterosi ed entusiasti non sopportiamo più, assolutamente più, la vostra pretesa di diventare i terminali scolastici di una catena di comando che, per altro, si sta cercando di imporre a tutto il paese! Volete la catena di comando? Volete essere "Presidi Sindaci"? Buon per voi! Scordatevi però il contributo, praticamente gratuito, dei volenterosi ed entusiasti. L'avrete, la catena di comando, ma per far che? Per costringere i "furbi" a lavorare? Magari proprio quei furbi che voi stessi avrete selezionato, in cambio del finanziamento di soggetti privati che pretenderanno di avere voce in capitolo sugli indirizzi didattici, oltre che assumere le loro segretarie-amanti? Buona fortuna, signor Preside!

E si ricordi: quando le chiederanno di assumere il Tizio o la Caia, nelle grazie del privato finanziatore di turno, non potrà dire di no trincerandosi dietro il rispetto delle graduatorie! Lei crede che potrà contare su questi Tizi e queste Caie per far funzionare la sua scuola? O pensa di poter dare ordini, che verranno eseguiti con la cura del buon genitore 1 (o 2, faccia lei), ai volenterosi ed entusiasti? Guardi, la voglio deludere: non sarà così. Certo, potrà darci ordini, potrà trattarci da "sottoposti", ma si tolga dalla mente, adesso e per sempre, l'illusione di poter fare appello al concetto di "scuola come missione di vita" e di vederci sgobbare come abbiamo fatto per decenni, da fessi. Non ci sarà più trippa per gatti.

Buona fortuna signor Preside.

3 commenti:

  1. Ottimo, vale la pena di richiamare questo vecchio ma interessante articolo di Comidad e questa più recente ed infausta notiziola.

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  2. Caro Fiorenzo,
    è strano (o forse no, è regolare) come la mia esperienza d'insegnante, sviluppata nei decenni precedenti la tua, m'avesse portato alle stessissime tue conclusioni. Dopo anni e anni d'impegno, dovetti constatare che "noi fessi", volonterosi e entusiasti, non si faceva altro che mettere toppe su toppe al sistema scolastico che la volontà politica dei governi che si succedevano lasciava nel degrado, se non addirittura contribuiva a aumentarlo. Il regime eurista col suo correlato di austerità e tagli alla spesa pubblica ha dato certamente una botta piuttosto dura al sistema scolastico italiano, ma la situazione che descrivi e che ha portato al tuo attuale "ya basta", c'era già tutta negli anni '80 e '90

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  3. Sai avrei voluto ascoltarle qualche giorno fa queste parole. Comunque totally agree. Non conoscevo la Tavola Rotonda Europea ERT. A Camelot funzionava e re Artù con Ginevra so diventati un "mito". Forse perché c'avevano Merlino. Quanti maghi ce servano ora per raddrizza sta baracca?

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