mercoledì 2 marzo 2016

Beccateve sta (s)vendola!

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Non mi sono mai appassionato di psicoanalisi, sebbene in alcuni periodi della mia vita sia stato circondato da amici che avevano questo interesse. Il principale motivo di dissenso con loro consisteva nel fatto che non consideravo, e non considero in modo assolutamente negativo, l'insieme dei blocchi psichici che è stato necessario costruire per rendere possibile la vita sociale di una specie, l'umanità, che ha sviluppato una straordinaria capacità di pensiero. Per come la vedo, totem e tabù sono indispensabili e necessari per la vita sociale, sebbene si possa discutere sul fatto che determinate combinazioni di essi siano le più efficienti. Ammesso che si possa rispondere alla domanda: a quale fine?

La mia nuova gatta Dimitra, che ha pochi mesi di età, è già in calore, ed esiste un'elevata probabilità che possa accoppiarsi con il suo padre biologico. O forse no: che ne sappiamo dei tabù dei gatti? Mi piacerebbe conoscere l'opinione degli esperti.

Sia quel che sia, è del tutto evidente che tutte le società umane hanno sviluppato un sistema di valori (a partire dal primitivo totemismo) protetto da un insieme di proibizioni, i tabù. Totem e tabù si sono modificati lentamente, nel corso del tempo, sotto l'azione delle mutate condizioni di vita prodotte sia da fattori esogeni, ad esempio i grandi cambiamenti climatici, che endogeni, ovvero i cambiamenti indotti dall'azione umana. L'epoca nella quale viviamo - in attesa dei grandi cambiamenti pseudo-esogeni che saranno determinati dalla rottura dell'equilibrio naturale - è dominata dalle grandi mutazioni endogene conseguenza del progresso tecnologico.

Il dibattito sull'affaire Vendola, a mio parere, dovrebbe concentrarsi su questa domanda: nuovi tabù sostituiranno gli attuali, oppure l'illimitatezza degli orizzonti promessi dalla scienza e dalla tecnologia li renderanno superflui? Detto in altri termini: l'umanità può sperare di riconquistare il paradiso perduto grazie all'illimitatezza della tecnica?

E' davvero alle porte un mondo nel quale sarà vietato vietare, o avremo ancora bisogno, e a lungo, di proibizioni? E' una domanda retorica, ne convengo, la risposta essendo ovvia: avremo ancora bisogno di proibizioni, sebbene diverse da quelle cui siamo abituati. Alla fin fine dobbiamo ancora morire, a dispetto dell'illimitatezza degli orizzonti tecnologici! Che saranno forse illimitati, ma certamente non infiniti.

Sulla differenza tra "illimitato" (privo di limite) e "infinito" (che non ha fine) rimando al classico esempio di un mondo a due dimensioni, piegato sulla terza a costituire una superficie sferica: esso non ha limite ma non è infinito.

Dunque non la fine dei tabù, ma nuovi tabù. E ovviamente nuovi totem. Ora la caratteristica di un tabù è quella di essere una proibizione assoluta, che prescinde dalla possibilità dell'azione. Ad esempio: non si può argomentare, come ha fatto una signora di cui non ricordo il nome durante la trasmissione "Porta a porta" di ieri 1 marzo 2016, che proibire la maternità surrogata aprirebbe le porte a un turismo medico verso i paesi che la consentono, così come è accaduto nel caso dell'aborto. Ciò perché, se si accetta questa impostazione, allora si rinuncia a ogni possibilità di stabilire ciò che è lecito e ciò che non lo è, delegando all'egoismo del guadagno ogni possibile scelta. Sarebbe la fine della società umana e il trionfo dell'individualismo, un ritorno dell'umanità allo stato di orda primitiva, in cui l'unica e sola legge sia quella del più forte.

Stabilire ciò che è lecito e ciò che è proibito, seppure nelle mutate condizioni determinate dal progresso tecnico, resta a mio avviso una necessità. Ciò perché il progresso, ammesso che sia illimitato, certamente non è infinito (esso si dipana in uno spazio ricurvo su una dimensione che non conosciamo).

Stabilita questa banalità, la domanda successiva è cruciale: negli interessi di quali forze sociali saranno stabiliti i nuovi tabù necessari per adeguarsi alle mutate condizioni di "potenza" dell'uomo sulla natura? Inoltre: è possibile sospettare che i nuovi tabù saranno imposti dai gruppi sociali vincenti, in quanto funzionali ai loro interessi?

Per tornare al caso Vendola: acquistare un ovulo, inseminarlo e trapiantarlo nell'utero di un'altra donna, infine acquisire il diritto legale della genitorialità, costituisce senza alcun dubbio una rottura drammatica con qualsiasi ordinamento mai sperimentato nella storia dell'umanità, la quale ha sviluppato gran parte delle proibizioni assolute, i tabù, proprio in relazione al problema della riproduzione. Ebbene, si può consentire che una decisione così grave venga affrontata con criteri sentimentalistici come "il gesto d'amore che permette la nascita di una nuova vita"?

Non è forse il caso di gridare che "il re è nudo", per affermare con forza che il conflitto per la definizione di nuovi tabù, che siano consistenti con la nuova "potenza" dell'uomo sulla natura, è essenzialmente un cruciale conflitto di classe?

Herbert Marcuse, nel suo "Eros e Civiltà" che lessi all'età di diciassette anni, scrisse cose che mi conquistarono. Peccato che alcune specie di "sinistrati anarcoidi", cogliendo di quel saggio solo la denuncia della condizione di repressione dell'uomo, abbiano finito con il dimenticarne la causa prima, l'oppressione di classe, finendo con l'identificarla con l'esistenza stessa della civiltà. Sono gli stessi che si illudono di raggiungere la terra promessa della liberazione attraverso le macchine. Sono i mitici lavoromerceraristi. Alias: il lavoro è una merce rara e sempre più lo sarà, in futuro, grazie al progresso tecnologico. Cari lavoromerceraristi: beccateve sta (s)vendola!

8 commenti:

  1. L' affaire Vendita (che poi lui, se ho capito bene ci avrebbe messo solo i soldi per far fare ad una sconosciuta il figlio di un altro) è solo un' arma di distrazione di massa.

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    1. Direi che è anche un'arma di distrazione di massa, ma non solo.

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    1. Vabbè, Bagnai non c'azzecca gnente, ma ti pubblico perché la battuta è trooooppo bella!

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    2. Infatti ho sbagliato a postare, volevo solo rafforzare le tesi del Claudio Silvia nelnpost su Brancaccio.
      Chiedo scusa anche per il mio correttore automatico, ovviamente è la banalità del male; devo stare più attento l' altro ieri ho postato sul blog di sollevazione sulla legge Delrio che magicamente è diventata legge Delirio.

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    3. Il tuo correttore ortografco è geniale. Ti prego, non reprimerlo!

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    4. Ahahahahah...me la segno (però dì al tuo correttore automatico che mi chiamo Silvis non Silvia).

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