martedì 9 settembre 2014

La resilienza dell'€uro (2)

Continuo la pubblicazione a puntate del mio saggio breve "La resilienza dell'€uro".


L’inflazione 4 dummies.


E' proprio vero che l'inflazione è sempre una cosa brutta? Un prof. un po' pazzo espone a uno studente un modo diverso di vedere le cose.
  • Stud - Prof, che cos'è l'inflazione?
  • Prof - che mestiere fa tuo padre?
  • stud - il commerciante
  • prof - di cosa?
  • stud - abbigliamento. Ma perché me lo chiede prof?
  • prof - tuo padre vende anche cravatte?
  • stud - certo
  • prof - e come vanno gli affari?
  • stud - non troppo bene, ultimamente
  • prof - facciamo così, proviamo a immaginare tuo padre al lavoro qualche anno fa, quando le cose andavano bene, la gente aveva i soldi in tasca perché l'economia cresceva, e tu eri piccolo. Mettiamo che tuo padre vendeva le cravatte a 15 euro l'una, e che le sue vendite fossero in crescita. Cosa avrebbe fatto tuo padre?
  • stud - avrebbe alzato il prezzo delle cravatte
  • prof - facciamo che le metteva a 16 euro. Ne avrebbe venduta qualcuna in meno, forse, ma il suo guadagno sarebbe aumentato. Cosa avrebbe fatto, allora, tuo padre?
  • stud - avrebbe aumentato ancora il prezzo, a 17
  • prof - bravo. Supponiamo che il nuovo prezzo fosse stato 17 euro a cravatta. Avrebbe perso un altro po' di clienti ma avrebbe guadagnato di più, seppure con un aumento minore rispetto al primo. Cosa avrebbe fatto, a quel punto, tuo padre?
  • stud - avrebbe aumentato ancora il prezzo, a 18
  • prof - bravo, e si sarebbe accorto che il suo guadagno diminuiva, perché i clienti erano diventati di meno. Allora tuo padre avrebbe diminuito un po' il prezzo, diciamo 17,50, e recuperato. Il suo prezzo ottimale, dunque, sarebbe stato 17,50. Cosa ti suggerisce questa storiella?
  • stud - che quando le cose vanno bene i prezzi salgono
  • prof - ecco, quando le cose vanno bene, e la gente ha soldi da spendere, tutti provano ad aumentare un po' i prezzi, e questa è l'inflazione. Ti sembra una cosa brutta l'inflazione?
  • stud - messa così no, mi sembra un indice del fatto che le cose vanno bene. Ma, e l'iperinflazione allora?
  • prof - tu ci vai a ballare?
  • stud - certo
  • prof - e quando balli, ti scaldi un po', vero?
  • stud - sicuro!
  • prof - la tua temperatura corporea sale, giusto?
  • stud - si
  • prof - hai mai sentito di qualcuno che si è sentito male perché era andato in ipertermia, magari perché si era preso una pasticchetta, oppure perché aveva qualche problema fisico?
  • stud - si, è capitato a una mia amica, l'anno scorso. Venne l'ambulanza...
  • prof - ecco, se l'economia è sana, o non è drogata, l'inflazione non diventa iperinflazione, ed è solo la naturale risposta dell'organismo economico alla crescita. Ora dimmi, hai mai fatto una gara di corsa?
  • stud - certo, sono arrivato terzo ai campionati provinciali sugli 800 metri...
  • prof - e quando corri sudi?
  • stud - certo che sudo...
  • prof - anche i tuoi avversari?
  • stud - sicuro
  • prof - e sudate tutti nella stessa misura?
  • stud - non credo, chi più e a chi meno
  • prof - e la gara chi la vince, chi suda di più o di meno, oppure questo non c'entra niente?
  • stud - direi che non c'entra proprio niente
  • prof - appunto, non c'entra niente. La quantità di sudore varia a seconda dell'organismo, ma questo non determina chi vinche la gara
  • stud - cosa vuole dirmi prof?
  • prof - per l'economia è la stessa cosa. Un paese può avere un'inflazione più o meno alta ma, se è un organismo economico autonomo, da ciò non discende che possa vincere o perdere nella competizione economica
  • stud - in che senso "organismo economico autonomo"? 
  • prof - nel senso che è libero di fare la sua politica monetaria
  • stud - non capisco
  • prof - supponiamo che ci siano due paesi, e in ognuno di essi ci sia una fabbrica di trapani con buone vendite e in attivo. Per semplicità immaginiamo che, in un certo anno, entrambe producano trapani di uguale qualità al costo di 100 euro. Mi segui?
  • stud - ci provo, prof
  • prof - bene. supponiamo che dopo qualche anno i prezzi nel primo paese siano cresciuti del 10%, e del 5% nel secondo, e che un importatore americano voglia acquistare un lotto di 100.000 trapani. Dove andrebbe a comprare l'importatore americano?
  • stud - nel secondo paese, è ovvio!
  • prof - ma per comperare i trapani di quel paese dovrebbe prima cambiare i suoi dollari, giusto?
  • stud - e allora?
  • prof - e allora il prezzo della moneta del secondo paese salirebbe un po', per la legge della domanda e dell'offerta...
  • stud - e quindi?
  • prof - e quindi, dopo un po', quando il prezzo della moneta del secondo paese sale oltre un certo limite, all'importatore americano converrebbe tornare a comprare i trapani nel primo paese!
  • stud - mitico prof! Non ci avevo pensato. Però se i due paesi hanno la stessa moneta questo non potrebbe succedere!
  • prof - lo vedi che sei intelligente, anche se non hai voglia di studiare?
  • stud - ma allora l'euro...
  • prof - e io qua ti volevo portare... dimmi, dimmi...
  • stud - se tutti i paesi europei hanno la stessa moneta, i paesi dove l'inflazione...
  • prof - ...che è la temperatura dell'economia, che non sale per tutti allo stesso modo...
  • stud - si, dicevo, i paesi dove l'inflazione sale di più, dopo un po' non vendono più niente!
  • prof - diciamo che vendono di meno, e non ce la fanno più a "campare"
  • stud - e allora cosa fanno?
  • prof - beh, possono chiedere un prestito ai paesi che vendono di più. Loro i soldi ce li hanno, e qualcosa devono pur farci...
  • stud - ma perché questi paesi dovrebbero prestare a quelli che non ce la fanno? Prima o poi non rischiano di non rivedere i soldi?
  • prof - hai detto bene, prima o poi. Ma intanto, nell'attesa che arrivi il "poi", gli conviene prestare, anche perché guadagnano due volte
  • stud - come due volte?
  • prof - ci guadagnano con gli interessi, e ci guadagnano perché, con i soldi presi in prestito, ai paesi debitori conviene comprare dal paese creditore, dove i prezzi sono più bassi
  • stud - ma è una follia, prima o poi il giochetto salta!
  • prof - senti, tuo padre il negozio ce l'ha ancora in proprietà?
  • stud - adesso lavora in franchising con un grande marchio
  • prof - e perché?
  • stud - mah, il negozio non dava più guadagni, e allora si è fatto avanti questo grande marchio che ha rilevato i locali, e adesso mio padre lavora con un piccolo fisso e una percentuale sulle vendite. Stiamo ripagando, piano piano, anche i debiti che avevamo fatto...
  • prof - e tuo padre guadagna di più o di meno?
  • stud - molto meno!
  • prof - non ti sembra di esserti risposto da solo?
  • stud - vero prof, prima eravamo liberi e molto più ricchi... però siamo contenti lo stesso, in fondo abbiamo meno preoccupazioni
  • prof - tu però giri in motorino, mentre tuo padre, io me lo ricordo, alla tua età girava con dei macchinoni da fare invidia...
  • stud - eh prof, altri tempi!
  • prof - ben detto, altri tempi!
  • stud - però mi scusi, prof, perché noi in Italia, oltre ad essere più poveri, neanche riusciamo a vivere tranquilli?
  • prof - perché, tuo padre vive tranquillo?
  • stud - veramente non tanto. Proprio l'altro giorno la società ci ha fatto sapere che le commissioni saranno ritoccate al ribasso. Ma insomma, prof, cos'è successo?
  • prof - sei sicuro che a casa tua vada tutto bene? Sai, ieri ho incontrato tuo padre, siamo amici da molto tempo, e mi è sembrato piuttosto preoccupato
  • stud - è vero prof. Il fatto è che quei debiti li stavamo ripagando un po' irregolarmente, ma la finanziaria, che fino ad ora aveva chiuso un occhio, è diventata improvvisamente molto esigente, e adesso vuole che rientriamo subito...
  • prof - e sai perché?
  • stud - no
  • prof - la finanziaria, che come sai è di quel paraculo di Amedeo, un altro amico di gioventù di tuo padre e mio, non se la passa troppo bene...
  • stud - che è successo ad Amedeo?
  • prof - non lo sai? Amedeo ha perso una cifra di soldi investiti in obbligazioni di quella banca che è fallita... come si chiama...
  • stud - si ho capito...
  • prof - insomma, Amedeo, che pure è un buon amico di tuo padre, sta alla canna del gas. O trova i soldi, o sono guai...
  • stud - prof, mi sta dicendo che quello che è successo a mio padre con Amedeo è successo...
  • prof - ...anche alle banche italiane e tedesche!
  • stud - e cioè?
  • prof - e cioè le banche tedesche hanno perso un fottìo di soldi con la storia dei derivati, e adesso hanno bisogno di rifarsi subito, quindi non prestano più, e anzi rivogliono indietro i soldi.
  • stud - e chi paga se le banche italiane i soldi non ce li hanno?
  • prof - paghi anche tu, pago io, paghiamo tutti noi. Dimmi, ieri ti ho visto che lavoravi al bancone del bar centrale, quanto ti danno all'ora?
  • stud - cinque euro prof...
  • prof - sai, ci ho lavorato anch'io al bar centrale, trent'anni fa. Sai quanto prendevo?
  • stud - quanto?
  • prof - diecimila lire l'ora!
  • stud - minchia prof! Quanto prendo oggi io!
  • prof - si caro, ma trent'anni fa, quando con diecimila lire ci mettevi dieci litri di benzina!
  • stud - prof, ma allora con l'euro ci hanno fregato?
  • prof - peggio! Ci hanno inc... ma non farmi dire parolacce! Ciao caro, salutami tuo padre...
  • stud - ciao prof. 


Inflazione e disoccupazione


L’inflazione è la media dell’aumento dei prezzi calcolato in percentuale rispetto all’anno precedente. Un livello minimo di aumento dei prezzi, cioè di inflazione, è indispensabile per il funzionamento di un’economia di mercato. Senza inflazione il motore economico si arresterebbe, esattamente come non potrebbe funzionare un motore a scoppio senza aria. Possiamo dire che, se il lavoro è il combustibile, l’inflazione è il comburente dell’attività economica. La ragione di ciò risiede  nel fatto che il mercato funziona grazie all’attività creditizia. Chi presta soldi vuole un interesse ma, se la massa monetaria restasse costante, dopo un po’ si avrebbe scarsità di mezzi di pagamento. Si rifletta, inoltre, sul fatto che se l’inflazione, che è una media degli aumenti di prezzo, fosse nulla, vi sarebbero inevitabilmente settori che sperimenterebbero una diminuzione dei prezzi, e ciò metterebbe gli operatori economici di quei settori in grave difficoltà. Voi sareste contenti di investire in un settore economico, ad esempio le costruzioni, per poi vendere a un prezzo inferiore di quando avete iniziato a costruire? Un tasso minimo di aumento dei prezzi, dunque, è fisiologico, mentre la loro diminuzione (deflazione) o un aumento eccessivo (iperinflazione) creano problemi. La determinazione del livello ottimale di inflazione cui tendere, infine, è un problema politico, perché ha enormi implicazioni sulla redistribuzione del reddito.

Un dato banale, che l’opinione pubblica moderna ignora completamente nonostante l’enorme mole di informazioni di cui apparentemente dispone, è che esiste un legame molto stretto tra inflazione e disoccupazione: in genere, quando la prima scende, la seconda sale, e viceversa. Poiché l’interesse primario dei lavoratori è quello di avere un’occupazione, mentre quello del capitale è conservare il valore del denaro, i rispettivi punti di vista sui livelli ottimali di inflazione e disoccupazione, per forza di cose, divergono.  I piccoli imprenditori e i ceti professionali, cioè quella classe dai confini sfumati e variabili denominata “classe media”, si trova in una posizione intermedia. La conquista del consenso della “classe media” è stato il terreno di battaglia sul quale si è sviluppata la lotta politica tra il 1975 fino all’introduzione dell’euro. Raggiunto l’obiettivo, questa è stata abbandonata al suo destino. Ma non precorriamo i tempi.

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